SALERNO
Nell’attesa che “..tra tre anni diventerà come il San Raffaele”, come sostiene il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, restano i numeri eloquenti che descrivono il nuovo pronto soccorso dell’Azienda sanitaria universitaria ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’, di Salerno, inaugurato ieri mattina, moderno e al passo con i tempi.
2mila metri quadri di superficie, costati quasi 3milioni di euro, che di fatto raddoppiano l’emergenza salernitana i cui locali sono completamente ristrutturati e rivisti. Il nuovo look comprende anche e soprattutto la rivisitazione del percorso emergenziale per l’accoglienza dei pazienti. Andiamo per gradi. L’ambulanza, quando arriva, sosta dinanzi all’ingresso. Le porte automatizzate sono diventate più sensibili e si aprono più rapidamente. Il paziente sulla barella sarà affidato al personale medico o paramedico del Pronto soccorso attraversando una «camera calda»; non ci saranno più sbalzi di temperatura ma climatizzazione ovunque. Ovviamente, prima di accedere nei locali del Pronto soccorso si eseguirà il «triage». In base alla gravità del caso, si avrà la priorità alle cure. Il codice rosso è urgenza massima (postazione con 4 posti); quello giallo urgenza media e avrà un ambiente con 14 posti letto; il codice giallo ne avrà 8.
In servizio
La piastra emergenziale prevede anche la sala operatoria ortopedica, dove poter subito intervenire subito per i traumi. Ancora, ambienti per la pediatria, per la radiologia e la neuroradiologia. Oltre all’Obi (Osservazione intensiva breve). «News in arrivo» è il totem che fornisce indicazioni sui tempi di attesa ai familiari dei pazienti. Questa la descrizione del Pronto soccorso, guidato dal dottore Francesco Pierro, nuovo, moderno e funzionale. Già, funzionale. In realtà per essere tale necessita di personale. Al momento, i medici in servizio sono circa 20, specialisti ambulatoriali e provenienti da Obi e Medicina d’urgenza. All’appello, secondo la dotazione organica, ne mancano 4. In servizio, ovviamente sempre per ogni singolo turno, ci sono 8 infermieri, ma dovrebbero essere almeno 9. Manca una unità. Le difficoltà maggiori si registrano tra gli addetti alla pulizia e tra gli Oss (operatori socio-sanitari). Per ogni turno vi è una sola unità deputata a pulire mentre ce ne vorrebbero almeno 4; di Oss, invece, oggi il Pronto soccorso ne conta 3 invece di 8.
I dati
La squadra di addetti ogni giorno deve far fronte a 300 accesi pari a circa 80 mila annui. Quindi i numeri sottolineano le difficoltà che già oggi il Pronto soccorso deve affrontare. Cosa accadrà con l’aumento dei servizi? «Chiederemo al governatore De Luca — risponde Margaret Cittadino, infermiera-sindacalista Cgil — di inviare quello che spetta al Ruggi: nuovo personale. La sala ortopedica è in affanno e la presenza degli Oss rasenta lo zero. Siamo contenti delle eccellenze del nostro ospedale ma ci mettano in condizione di lavorare. Si dia valore al lavoro». Il direttore sanitario Angelo Gerbasio non teme che il Pronto soccorso possa andare in tilt con l’inaugurazione della nuova ala. «Ce la faremo», esordisce. «Le difficoltà non mancano ma andremo avanti. Saremo subito operativi. E le unità mancanti arriveranno». Magari il governatore tirerà fuori dal cilindro infermieri e medici. Infatti ha assicurato “..stiamo lavorando per fare una modifica alla legge finanziaria per assumere 3 mila medici. Stiamo lavorando per una sanità di qualità: solo merito. Potevo nominare in 24 un Dg per i prossimo tre anni. Invece dobbiamo aprire a tutti i migliori professionisti, anche in Europa”. Rivoluzione sanità, dice, ma glissa sulla nomina di un subcommissario indagato, Claudio D’Amario. “Chiedetelo al ministro Lorenzi, lo ha nominato lei. Noi lo giudicheremo per quello che fa”, chiosa De Luca.
Intanto, il pronto soccorso, in attesa di personale ulteriore, ‘apre’i battenti. Tra mille difficoltà ma apre. E lo stesso personale che fino ad oggi ha garantito assistenza e qualità, continuerà a farlo. Anche se i sindacati fanno sentire la propria voce invocando nuove assunzioni.