Ruggi.Il Garante dice sì alle impronte digitali anti-assenteisti. E’ la prima volta in Campania

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Salerno
Il Garante della Privacy autorizza l’uso delle impronte digitali sul cartellino marcatempo dei dipendenti dell’Azienda ospedaliero-universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. La struttura sanitaria è la prima in Campania, tra le prime in Italia, ad aver ottenuto il sì dall’Autorità nazionale per la tutela dei dati personali che dà il via libera alla rilevazione biometrica del personale tutto. Che entrerà a regime ad inizio ottobre. Dunque, nessuna violazione di privacy per i dipendenti dell’Azienda i cui dati non saranno conservati in nessun data-base, così come dettagliatamente spiegato nella richiesta inviata a marzo e giugno scorsi dagli allori Commissari straordinari del ‘Ruggi’. Entro la settimana prossima arriverà la sentenza, cartacea, del Garante alla quale farà seguito l’attuazione del Sistema.
“Tra un paio di settimane, fine mese inizio ottobre massimo, il servizio, già pronto, entrerà in funzione”, spiega il Direttore generale del ‘Ruggi’, Nicola Cantone che era Commissario quando, a marzo e giugno scorsi, inviò la richiesta al Garante: “La rilevazione biometrica coinvolgerà tutto il personale e, come ampiamente scritto al Garante, i dati non verranno conservati. Non c’è nessuna violazione di privacy”, e chiosa: “Sì, siamo tra i primi ad avere avuto parere favorevole dal Garante dopo, per altro,un recente diniego ad un Comune del Salernitano”, conclude il manager affiancato, nella delicata preparazione della istanza, dal Direttore amministrativo Oreste Florenzano.
La rivoluzione interna si è resa necessaria dopo lo scandalo giudiziario sull’assenteismo assurto, prepotentemente, agli onori della cronaca nazionale a causa dell’eloquente numero di persone coinvolte: 800 indagati, nove licenziati (il 23 settembre prossimo il Gup deciderà se rinviarli a processo o meno,ndr). Con il tempo, l’inchiesta ‘Just in time’ condotta dalla locale Procura (pm Francesco Rotondo) ha registrato numerose evoluzioni: stralci di indagini da una parte, riduzione del numero degli indagati dal’altra arrivando a meno di 500. Posizioni vagliate tutte singolarmente e che rischiano provvedimenti diversi: sanzioni, sospensioni, ammonimenti.
Ma come è nata l’inchiesta? E’ il 23 settembre dello scorso quando il Procuratore capo della Procura di Salerno, Corrado Lembo, in conferenza stampa snocciola dettagli di una inchiesta destinata dopo mesi ancora a far rumore. Dipendenti che – filmati – risultavano al loro posto in ospedale, marcati, invece si recavano a fare la spesa, dal parrucchiere, a giocare a carte e addirittura a passeggio in riva al mare, nella vicina Vietri sul Mare. E ricoprono quasi tutti un ruolo delicato nell’Azienda Ospedaliera i destinatari di sospensioni dal servizio della durata di un anno. Le indagini hanno appurato che i dipendenti – una caposala, quattro infermieri, due tecnici specializzati disinfettori e tre operatori sanitari- dopo aver marcato il cartellino, o dopo averlo fatto marcare da colleghi ai quali, poi, spesso ricambiavano il medesimo favore, si dedicavano ad attività personali.
Da qui, dopo lo scandalo, la necessità di aumentare i controlli. E la decisione di usare le impronte digitali che, all’epoca, fecero storcere il naso ai sindacati. Cantone rassicurò sulla tutela della privacy che ha ottenuto, venerdì, la ‘benedizione’ dal Garante.

fonte

corriere del mezzogiorno (oggi in edicola)

a firma di
Rosa Coppola

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