Una delle condizioni più drammatiche al tempo del Covid 2019 è certamente quella dei pazienti che hanno bisogno quotidiano di riabilitazione sia per un recupero post traumatico ed operatorio, sia perché impegnati a fronteggiare patologie croniche gravi che la brusca interruzione dei trattamenti di riabilitazione rischia di far diventare ancora più gravi.
Il fisioterapista salernitano Michele Aliberti (Responsabile Formazione AIFI Campania e collaboratore del Direttivo della SIFiR, società italiana di fisioterapisti di riabilitazione), per ovviare a questa problematica utilizza un programma di riabilitazione a distanza che consente ai suoi pazienti di proseguire – con l’ausilio della tecnologia – i trattamenti terapeutici. Entra in scena una diversa metodica nel campo della riabilitazione che potrà anche esser utilizzata tanto nella fase 2 quanto una volta tornati alla normalità.
“Noi tutti abbiamo – afferma il dottor Aliberti – in questo stop forzato, modificato le abitudini ma soprattutto le modalità di interazione.
Anche la “Riabilitazione” dovrà mutare per essere più vicina ai pazienti: molto numerosi sono, infatti, gli ammalati che da troppo tempo non ricevono nessun tipo di fisioterapia, con conseguenze irreparabili sullo stato di salute fisico e psicologico di ognuno”.
Cosa può fare il Fisioterapista per accompagnare il paziente nel suo percorso di cura e/o di gestione dei sintomi?
La necessità di interagire col paziente – prosegue Aliberti – può essere sostituita/integrata dalla “Riabilitazione a distanza o Tele-Riabilitazione” che rappresenta una valida strada di uscita momentanea, o anche parallela, dall’emergenza.
“Si dovrebbero seguire – chiarisce Aliberti – linee guida generali per non commettere l’errore di avanzare su percorsi autonomi e instabili, sia per il Fisioterapista che per il paziente.
Sarebbe necessario coinvolgere gli Enti, pubblici e privati, preposti alla gestione delle Prestazioni Sanitarie, per renderli consapevoli delle infinite possibilità della Riabilitazione a distanza che offre sicurezza al paziente e tutela da contatto interpersonale.”.
“Con la Riabilitazione a distanza – assicura il fisioterapista – si crea un percorso specifico per ogni paziente, con metodi e tecniche adatte alla relativa patologia.
Tale approccio, soprattutto, interagisce sulle profonde emozioni del paziente che, in un periodo di quarantena forzata ed inattività psico-fisica che lo rendono ancor più fragile, si sente accudito, accompagnato, seguito costantemente da un professionista che sa cosa fare per farlo sentire più sicuro, meno solo, soprattutto non abbandonato a se stesso.
In pratica si può fare tutto, tranne toccare il paziente fisicamente.
Il bisogno di aiuto, di salute che ha il paziente, può essere soddisfatto e colmato nonostante non ci sia interazione fisica. La tecnologia, non più arida e fredda, sostituisce la mano del fisioterapista”.
L’intervista