“Vi dico di una donna filosofa di nome Trotula che visse a lungo e fu assai bella in gioventù e dalla quale i medici traggono grande autorità e utili insegnamenti sulla natura delle donne” , così Thomasset scriveva della prima donna medico alla quale la Direzione strategica dell’azienda ospedaliero universitaria ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ ha voluto rendere omaggio deliberando la intitolazione di una aula. Si tratta della sala riunioni della palazzina amministrativa, al secondo piano, dove ci si incontra per confrontarsi, discutere. E da oggi questo accadrà sotto l’occhio attento del medico.
Cenni storici (dal web)
Nella vita di Trotula (nota anche come Trotta, Troctula, Trocta) De Ruggiero si fondono storia e leggenda tanto che risulta difficile tracciarne un quadro biografico preciso. La grande fama che da subito circondò la sua figura la rese infatti personaggio letterario prima ancora che reale.
Vita
Fu la più famosa delle Mulieres Salernitanae, le Dame della Scuola Medica di Salerno, dove la scienziata studiò e insegnò. Trotula proveniva dalla nobile famiglia dei De Ruggiero, famosa per la donazione di parte dei suoi beni per la costruzione del Duomo di Salerno. Proprio in questa città visse nell’XI secolo e, come membro della nobiltà, ebbe la possibilità di frequentare le scuole superiori e di specializzarsi in medicina. Sposò il medico Giovanni Plateario da cui ebbe due figli, Giovanni Junior e Matteo, che continuarono l’attività dei genitori e sono ricordati come Magistri Platearii. Tradizionalmente è identificata con la coltissima matrona della Storia ecclesiastica di Oderico Vitale: fu infatti l’unica in tutta Salerno ad essere in grado di interloquire nel 1059 con Rodolfo Malacorona, che aveva studiato medicina in Francia. Inoltre la sua fama fu tale che si racconta che al suo funerale nel 1097 avrebbe partecipato un corteo funebre di oltre 3 chilometri. Trotula viene già elogiata nel Dict de l’Herberie del trovatore parigino Routbeuf, attivo fra il 1215 e il 1280, e menzionata anche da Chaucer nei Racconti di Canterbury, nella storia della donna di Bath. Ma è nel XIII secolo che avviene la sua grande consacrazione: lo testimoniano centinaia di manoscritti distrib’uiti in tutta Europa.
L’essere donna e medico insieme le garantì una stima e una fiducia enormi nella cura di certe patologie, tanto che fino a tutto il XV secolo Trotula rimase un’autorità indiscussa per tutto quello che concerneva i problemi e i disturbi relativi al parto, al concepimento, alla sterilità.