Salerno Sanità

Asl Sa. Hospice ‘Casa di Lara’: niente wifi e stanze chiuse al primo piano per mancanza di personale. La Cgil: “Si recluti tra gli imboscati”

Casa di Lara

“La civiltà di un popolo si misura anche dalla capacità di accogliere e proteggere i più deboli, come i pazienti in fine vita, fornendo servizi che rispettino la dignità dei malati”. L’assunto è per parlare dell’Hospice Casa di Lara dell’Asl Salerno, l’importante struttura sinonimo di alternativa al domicilio per i pazienti prevalentemente affetti da patologie neoplastiche in fase avanzata/terminale. Dal giorno della sua inaugurazione, poco o nulla è cambiato. Nel senso che il piano terra ancora attende di essere utilizzato. Sei mini appartamenti non  sono fruibili perchè manca il personale. Appena entri, infatti, trovi il lungo corridoio con le stanze chiuse, tutte. La sala d’aspetto, vuota. Il finestrone che affaccia sul giardino, malinconico.

Si deve salire al secondo piano per trovare l’attivita’ a pieno regime. Infermieri, medici, oss e un albero di Natale.

“E’ vero, non abbiamo la bacchetta magica, ma basterebbero per iniziare tre operatori socio sanitari – esordisce Pasquale Addesso della Cgil, particolarmente attento alla tematica. L’Hospice dispone di 12 alloggi e di un posto di Day Hospice. Al momento solo il secondo piano, grazie ai sacrifici dell’intero personale, garantisce assistenza eccellente. Tre oss dove si reclutano? Basterebbe dare una occhiata negli uffici e qualche imboscato salta fuori. Non ultimo, manca il wifi, un collegamento con il mondo esterno”, conclude il sindacalista.

La Casa di Lara. Centro per la terapia del dolore, è immerso nel verde, sulle colline di Salerno. Il personale è altamente specializzato e nonostante le difficolta’ di unita’ non fa mai mancare il sorriso al paziente. Un fiore all’occhiello che durante la inaugurazione avvenuta nel 2013 vide la gremita passerella dei soliti politici- locali, provinciali, regionali. Non mancava nessuno, tutti a prendersi i meriti e gli applausi. Oggi non vi sono i riflettori, ma i pazienti terminali. Che attendono un piccolo gesto. La dignita’ prima di tutto. (rc)