I sogni si sono infranti cinque anni fa. A cancellarli, a spazzarli via in un attimo, e per sempre, è stato un incidente stradale. La vettura finisce nel muro con una violenza tale da lasciare poco all’immaginazione dei soccorritori.
Alla guida un giovane, sì, un giovane risultato positivo ai test di alcol e droga. Quel mix micidiale che ha ucciso Dorotea Di Sia, all’epoca dei fatti 25enne, del Golfo di Policastro. Era lì, vicino al fidanzato, con lei in auto. Sopravvissuto, certo. Fisicamente. Leo, dai grandi occhi chiari, pugliese, regione dove si è consumata la tragedia, oggi è uno chef, affermato, e vive a Milano. Città dove i due ragazzi stavano cercando di costruirsi un futuro.
Un futuro che mamma Pietrina Paladino vorrebbe che tutti i giovani avessero, senza dover piangere figli strappati alla famiglia per colpa di chi, irresponsabile, guida ubriaco e drogato.
Da tempo, Pietrina e il marito Donato, stanno cercando di trasformare quel dramma in energia positiva da regalare agli altri. Ai giovani. Ai bambini delle scuole in un contesto più ampio di sensibilizzazione per una guida sicura.
Ogni anno a luglio vi è il Doroty dream day e un relativo contest fotografico per ricordare la vena artistica della 25enne, studentessa dell’Accademia di Brera. A San Giovanni a Piro, dove abitano i genitori, è nata Casa Stella all’interno della quale è possibile vedere i sogni e i desideri di Dorotea. Abiti, dipinti, farfalle, foto. Da visitare.
(su facebook si può seguire la Pagina e le attività della associazione nata in ricordo di Dorotea: Doroty Dream day)
Ascolta l’intervista a mamma Pietrina