Entrare nel mondo del lavoro oggigiorno richiede abilità molto diverse rispetto al passato: spirito di sacrificio, abnegazione, propensione verso gli altri. Caratteristiche queste che impregnano il professionista infermiere già dalla Formazione Universitaria. Lunedì, 28 Novembre, trentasei Neodottori in Infermieristica della sede centrale dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona sono stati proclamati al Campus di Baronissi. Una Professione che attraverso una visione olistica pone al centro “l’uomo”, traducendo in realtà una celebre citazione di P. Adams: se si cura una malattia, si vince o si perde; ma se si cura una persona, si vince sempre. Diciotto dei neo dottori proclamati ieri, Amatruda Valentina, Barra Gianluca, Beatrice Angela, Capasso Rosa, Cioffi Flora, Cisale Valentina, De Stefano Ilaria, Formisano Luisana, Lombardo Maria, Luciano Alessandra, Luisi Giovanni, Mogavero Maria, Napoli Adua, Pesce Paola, Ronco Mariangela, Sorgente Raffaella, Vitale Pier Gaetano, Vitiello Marina, in comune oltre alla professione hanno avuto lo stesso relatore: Adolfo Stellato, il quale li ha indirizzati nella decisone degli argomenti trattati dal loro elaborato. Diverse le aree assistenziali trattate: emergenza urgenza con il focus puntato sui pazienti traumatizzati e sui soccorritori che spesso diventano vittime; l’area neurologica dalla SLA all’Alzheimer, fino alla ShaKen Baby SYndrome, meglio conosciuta come Sindrome del bambino scosso; la medicina iperbarica, le medicazioni avanzate, la gestione delle ustioni. Nell’area oncologica l’attenzione è stata posta sulle complicanze, come ad esempio lo stravaso dei chemioterapici e come evitarlo attraverso la migliore scelta dell’accesso venoso; inoltre si è parlato dell’assistenza multietnica, dell’assistenza di fine vita e per concludere una indagine sugli infermieri che lavorano all’estero.
A scopo esemplificativo pubblichiamo un saggio tratto dalla tesi di Laurea di Angela Beatrice dal titolo: “Il mio corpo che cambia nella forma e nel colore è in trasformazione:” L’informazione che cura.
Opuscolo informativo: una guida per il paziente
L’opuscolo viene redatto al fine di informare il paziente sulla malattia oncologica e propedeutico alla sua realizzazione una sequenza di interviste a persone di età e genere diverso. Dai i dati emerge la non perfetta conoscenza della definizione di “tumore” e del suo percorso di cura. Pertanto appare fondamentale informare il paziente sulle varie cure a cui affidarsi al fine di compiere la scelta migliore. L’informazione corretta può rivelarsi di grande aiuto, soprattutto in quelle situazioni con prognosi di tumore; in questi casi la disperazione è tale da minare scelte razionali, il senso d’impotenza che sopraggiunge a tale “notizia” è devastante non solo per il malato ma per tutti coloro che si troveranno a vivere tale realtà. Inizia così un tortuoso percorso, un tunnel dal quale sembra impossibile uscirne.
Ciò premesso, l’opuscolo redatto non ha nessuna presunzione di tradursi come “pozione magica”, ma ha lo scopo di fornire le giuste risposte a determinate domande che ogni paziente si pone e che spesso non vengono soddisfatte o ancora peggio soddisfatte con risposte forvianti e riverberate da falsi miti. È importante fare una serie di riflessioni e valutazioni sulle diverse opzioni terapeutiche, ed ogni paziente deve poter decidere autonomamente il proprio percorso di cura. Il paziente è fortemente confuso perché oltre a dover fronteggiare una grave malattia, che spesso deturpa il proprio corpo, inficiando la percezione del sé, deve altresì accollarsi la decisione di scegliere una cura piuttosto che un’altra.
Le informazioni nell’opuscolo sono state divise per gradi, utilizzando un linguaggio fluido, scientifico ma al tempo comprensibile; dalla definizione del cancro alle possibili cure e gli effetti collaterali. Corre l’obbligo precisare che le informazioni dettagliate nell’opuscolo sono fornite solo ed esclusivamente per ampliare le conoscenze del paziente e non mirano a propagandare una cura piuttosto che un’altra. Si conclude sottolineando che le notizie trasmesse non sostituiscono il colloquio medico-paziente, punto cardine del processo diagnostico terapeutico assistenziale.