“Il perdurare della precarietà del personale porterà a non poter più garantire i turni di servizio nei reparti dell’ospedale nocerino Umberto I. Con l’approssimarsi dell’estate, con le ferie estive, i turni europei che impongono lo smonto obbligatorio, registriamo un grave rischio per i malati. Noi coordinatori infermieristici non riusciamo più a organizzare i turni e per le motivazioni espresse decliniamo ogni responsabilità per eventuali disservizi e disagi causati ai danni del paziente anche per la stessa incolumità dell’infermiere”.
E’ un documento durissimo quello firmato da tutti i coordinatori infermieristici dell’ospedale ‘Umberto I’ e ‘Andrea Tortora’ di Pagani che ‘alzano bandiera bianca’.
Una situazione che rappresenta la cartina di tornasole della realtà che si vive in molti nosocomi dell’Asl Salerno e che, ora, vede in prima linea i caposala. Quelli deputati a organizzare le Unità monche di personale. Gli infermieri non ci sono e c’è poco da fare se non assumere. Salvo che qualche direttore sanitario non abbia un improvviso sussulto d’orgoglio e si assuma, finalmente, le proprie responsabilità firmando straordinari. Quelli che consentirebbero di svolgere il lavoro.
L’urlo di aiuto non viene ascoltato. Ieri, come già accade da diversi mesi, sono state dimezzate le sedute di sala operatoria. Prima, l’oculistica non aveva operato per tre settimane e martedì scorso erano saltata per l’intero pomeriggio.
Ci si chiede cosa debba ancora capitare per avere risposte da un commssario, Antonio Postiglione, che “illumna” la sede di via Nizza due volte a settimana. Forse. Il ‘cambio verso’ in sanità, annunciato dai vertici regionali, dove sta? I fatti dove sono?
A farne le spese è il malato, il paziente che rischia di non avere neanche la minima assistenza.
Il documento, firmato dal coordinatore infermieristico presidiale Gianfranco Ricci, arriverà sulla scrivania del commissario. Sperando che quel giorno si trovi a passare per Salerno e per l’Asl Salerno lasciata all’oblio totale.