Neurochirurgia, la più ambita. Non solo in termini di prestigio. Essere il Direttore di questa Unità ospedaliera (e anche universitaria) rappresenta una sfida. Difficile, costante. Con se stessi, innanzitutto.Chi ha scelto questa specializzazione medica non smette mai di guardarsi dentro. Di confrontarsi con la coscienza e farsi domande, tante.
Negli ultimi tempi si è parlato tanto di questo reparto, dell’Asl Salerno e dell’Azienda ospedaliero-universitaria ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ di Salerno. Non in termini positivi. Ma non per l’offerta medico-assistenziale, no. Quella non è stata mai messa in discussione. Anzi. A traballare, in verità a crollare sotto i colpi di una inchiesta, sono stati alcuni ‘medici’ . Accusati, come nel caso di Neurochirurgia del ‘Ruggi’, di intascare mazzette da malati oncologici per dribblare le liste d’attesa. Luciano Brigante, primario facente funzione si sarebbe macchiato di questa ‘infame colpa’ (processo in corso, ndr) capace di travolgere inevitabilmente un intero reparto.
Ma non è così. La Neurochirurgia del ‘Ruggi’ vanta professionisti onesti e bravi. Dalla riconosciuta fama. E’ guidata (parliamo di Neurochirurgia universitaria,ndr) da Giorgio Iaconetta, professore associato, dalla comprovata esperienza (anche estera) e professionalità finalizzata a far parlare dell’Unità per la assistenza e per gli interventi innovativi. Non a caso, il professore si circonda di colleghi che, per anni fuori Italia, hanno lavorato su tecniche particolari. Da poco a Salerno è giunto anche il dottor Vincenzo Martino che dalla Francia ha importato molte novità.
A breve, ci sarà il concorso (14 dicembre) per la guida del reparto (ospedaliero).
Nell’Asl Salerno la situazione non è molto diversa. Il Reparto, uno dei migliori, si trova a Nocera Inferiore, nell’ospedale Umberto I, il più grande dell’Azienda. Per anni guidato da Michele Genovese, l’Unità è divenuta fiore all’occhiello anche dopo il suo addio. Giovani talentuosi formatisi all’estero che portano avanti con successo un reparto che però merita maggiore slancio. Venuto leggermente meno dopo alcune politiche volute dall’ex manager Antonio Squillante. Che firmò una delibera per far appprodare, da Napoli nell’Asl, il dottor Carandente. “C’era poco personale” in neurochirurgia, sostenne all’epoca il manager nominato, e aveva ragione. Sbagliando ospedale: era il lontanissimo plesso di Vallo della Lucania ad aver bisogno di medici. Nocera aveva la pianta organica al completo tanto che i vertici della struttura furono costretti ad inviare i camici bianchi a Vallo firmando ordini di servizio!
Carandente è ancora a Nocera. Ha partecipato a un concorso a Caserta, non vincendo, e presentando ricorso. Il medico napoletano era dato da molti come il primario in pectore per neurochirurgia nocerina. Concorso che a breve potrebbe far capolino.
rosa coppola