E rivolta fu. Non ci stanno i chirurghi dell’ospedale nocerino Umberto I a dover fare la parte della Cenerentola di una “emergenza che, protraendosi da oltre tre mesi, non è più definibile tale ma diventa la regola”, scrivono in una dettagliata quanto chiara lettera inviata ai vertici dell’ospedale – direzione sanitaria e amministrativa – al commissario straordinario e al capo del Personale.
I medici di chirurgia d’urgenza chiariscono alcuni punti in merito alla “mobilità d’urgenza- ovvero l’assegnazione temporanea presso il servizio di pronto soccorso”.
Scrivono: “Pur condividendo le richieste scaturite dalla ‘presunta criticità del personale chirurgico” del Ps, sottoponiamo alcune osservazioni. La stessa situazione di criticità viene vissuta dagli scriventi dovendo assicurare durante il turno mattutino tre unità per interventi urgenti, una unità per attività di reparto e consulenze, durante il turno pomeridiano due unità di guarda per reparto e per urgenze operatorie. Una unità di guardia notturna con seconda reperibile”, e aggiungono: “Appare contraddittorio che in carenza di personale chirurgico si consenta al chirurgo in carico al Ps di effettuare parte considerevole dell’orario ordinario in OBI e Ps internistico, aggravando in tal modo la carenza di chirurghi; non si comprende come un dirigente medico (pediatra) che lavora al 118 possa svolgere il ruolo del chirurgo in regime di Alpi e non possa svolgere lo stesso ruolo in regime ordinario.L’attuale giurisprudenza ha in più occasioni ribadito che negli ospedali ..sono obbligati ad effettuare turni di guardia in Ps tutti i medici con funzioni di diagnosi e cura, conclude la nota.
Bene. Ora “l’efficiente ed efficace” azione della direzione amministrativa, coadiuvata da quella sanitaria, non meno ‘efficiente’ darà una risposta ai medici. Oppure, lo farà il commissario Longo che chiarirà come sono organizzati i turni, come si svolge l’Alpi, chi lo esegue. Ovviamente, diamo già per scontato i complimenti ai vertici ospedalieri nocerini, e ci portiamo avanti con il lavoro.