Cava de’ Tirreni
Questione di tempo, poco, ed entro fine anno il reparto di Ginecologia dell’ospedale ‘Santa Maria Incoronata dell’Olmo’di Cava de’ Tirreni potrà contare sulla forza lavoro medica di tre unità, compreso il primario.
Sì, due ginecologi andranno in pensione e visto l’andazzo si dovrà puntare su colleghi che lavoreranno in regime di alpi e/o in convenzione.
Fatto sta che l’importante unità nosocomiale sembra andare alla deriva.
“Tre unità non sono poche, di più. Raschiamo il barile”, esordisce Gaetano Biondino (nella foto, in basso) sindacalista Cisl e infermiere nel plesso metelliano.
“Potremmo con fatica, con enormi difficoltà anche tentare di tamponare la disastrosa situazione assistenziale ma la verità è un’altra.La conoscono tutti e fanno finta di non capire: se non raggiungiamo il quorum di parti, il reparto chiuderà. A volte ho l’impressione, ironizza Biondino, che sia una strategia, un giochetto per privarci del reparto, dell’ospedale senza che alcuno, però, abbia il coraggio di dire come realmente stanno le cose”.
Ginecologia tra poco. Ma prima ancora il ‘caso’ Cremone, il noto senologo (nella foto, in basso) costretto ‘ad emigrare’ a Salerno.
“Credo che il piano si stia lentamente concretizzando. Faremo di tutto per difendere questo ospedale”.