“Stop agli appalti in proroga che lasciano sempre qualche dubbio sugli scopi reali dell’azione amministrativa: si attivino le procedure di gara prima della scadenza del contratto”. La stretta arriva dalla Struttura commissariale dell’Azienda universitaria ospedaliera ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ di Salerno che invita i Dirigenti deputati all’acquisizione di lavori, beni e servizi, a dare seguito, subito, alle precise indicazioni.
Si tratta di rispettare le normative previste dal Codice degli Appalti, dal Protocollo Anac (anticorruzione), ed evitare, come sta accadendo, che alcune ditte lavorino in proroga. Da anni. Così, i commissari straordinari, subito dopo l’insediamento, hanno avviato un monitoraggio interno per capire lo stato dell’arte e capire quali e quante ditte sono in scadenza. E, sopratutto, quante sono in proroga. A settembre prossimo, per esempio, scade il contratto, con la ditta Engineering che offre Sistemi informativi integrativi. Da sei anni. Sì, i vari direttori generali che si sono succeduti nel corso degli anni, allo scadere della gara, non hanno mai pensato di riattivare le procedure di gara. Come accade anche per la ditta Romeo che vanta un contratto di manutenzione e conduzione degli impianti tecnologici degli immobili aziendali. Un record per le due ditte capaci di continuare a lavorare, ad avere l’appalto sempre in proroga. Decisioni che ora potrebbero cambiare.
La lunga e dettagliata lettera inviata dal commissario Nicola Cantone va nella direzione del cambio di passo. Si legge “…vige la regola secondo cui la scelta del contraente, da parte della pubblica amministrazione, per l’affidamento di lavori pubblici, deve avvenire mediante procedura ad evidenza pubblica”. E ancora: “Si richiama l’attenzione sulle previsioni normative in tema di rinnovo e di proroga dei contratti secondo le quali una volta scaduto il contratto deve effettuare una gara pubblica”. Cantone conclude: “Il perseguimento degli interessi pubblici attraverso un agire rispettoso delle disposizioni normative è aspetto imprescindibile di ogni pubblico dipendente”.
Il focus
La manutenzione degli impianti tecnologici è stata affidata a luglio 2010 all’Ati Romeo Gestioni dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, condannato a due anni (pena sospesa) nel processo sugli appalti pubblici truccati emersi dall’inchiesta «Global Service». All’immobiliarista fu affidata anche la fornitura di 20 fancoils da sostituire in diversi locali della palazzina degli uffici amministrativi. L’importo da pagare alla ditta Romeo fu di quasi 17mila euro. Una delibera che, anni fa, finì sulla scrivania della Guardia di Finanza alle prese con una delle tante denunce nei confronti della ditta che ogni anno costa all’Azienda ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ più di un milione di euro. Come da appalto vinto. Ma quello che ha sempre destato polemiche ed esposti in procura è il costo, complessivo, che grava sulle casse dell’Azienda di via San Leonardo. Un calcolo al momento non quantificabile. E che nessuno spiffera. Si guardano bene dal divulgare cifre che potrebbero lasciare perplessi,a dir poco. Si sa solo che ad oggi la Romeo costa più di 6milioni di euro ai quali vanno aggiunti i numerosi interventi (pagati a parte) straordinari non inclusi nel bando-contratto.