SALERNO – Operavano i loro pazienti solo apparentemente in regime convenzionato ma in realtà intervenivano in maniera illecita sulle procedure di attesa dei pazienti e in cambio di soldi rendevano nulle le liste d’attesa. Lo scandalo all’ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno aveva portato ad aprile a 4 arresti. Adesso la Corte dei Conti di Napoli, con una indagine del sostituto procuratore generale Francesco Vitiello, smaschera anche il danno che questi «comportamenti dolosi» hanno arrecato alla struttura sanitaria e quindi allo Stato. E per questo ha chiesto emesso quattro inviti a dedurre per un importo superiore al mezzo milione di euro. Quattro i medici coinvolti: Luciano Brigante, Gaetano Liberti, Renato Saponiero, Anna Rita Iannicelli. Questa mattina i carabinieri del Reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri di Salerno hanno notificato il provvedimento per danno erariale dovuto al comportamento dei medici così come’è stato accertato nell’indagine della Procura che ha portato al gip all’emissione dell’ordinanza cautelare nei primi mesi dell’anno. Non solo quello patrimoniale, come sostenuto dalla Corte dei Conti, ma anche d’immagine. «Non patrimoniale ed indiretto derivante dalla lesione dell’onore e del decoro del struttura sanitaria locale e soprattutto dei suoi dipendenti».
L’INCHIESTA IN CIFRE
La richiesta di risarcimento avanzata dalla Procura della Corte dei Conti di Napoli è ” in solido”. Si devono restituire 566mila euro senza singola ripartizione, per capirci. Almeno per il momento. Tra novanta giorni, quando i quattro protagonisti produrranno le contro-deduzioni, le singole responsabilità appariranno più chiare. Ma, nell’inchiesta sulle presunte mazzette intascate per dribblare le liste d’attesa nel reparto neurochirurgico dell’Azienda ospedaliero universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno un segnale chiaro di responsabilità emerge, in modo evidente, quando il sostituto procuratore Francesco Vitiello, parla del primario facente funzione, Luciano Brigante. Per l’ex Direttore d’Unità si aggiunge anche la voce di “violazione del diritto di esclusività”. Quindi, facendo due conti, la magistratura dal 2013 al 2015 chiede al medico 36mila euro. Somma nella quale si calcolano anche le indennità, ritenute non dovute dall’Azienda che è parte lesa, per una attività finto extra moenia. Tra i pazienti anche una familiare dell’ex Dg, Elvira Lenzi, che, secondo Brigante, incontrò di persona nel suo Ufficio il professore Fukushima.
Ma come si è arrivati a contestare 566mila euro a Brigante, al collega pisano Gaetano Liberti, alla caposala della sale operatorie, Anna Rita Iannicelli, e al capo del dipartimento di neuroscienze, Renato Saponiero ? La Procura della Corte dei Conti ha seguito il seguente calcolo.
166 mila euro corrispondono all'”importo complessivo delle tangenti estorte” che costituisce danno patrimoniale ingiusto da risarcire al Ruggi.
200mila euro da risarcire quale danno patrimoniale da disservizio, ovvero: “disordine arrecato dai comportamenti illeciti” aggravato da dipendenti che hanno consentito, nel caso specifico, che si saltassero le liste d’attesa a discapito di altri pazienti.
200mila euro il danno di immagine. “Per la perdita di credibilità, reiterata nel tempo, cagionata all’azienda attraverso una ampia diffusione mediatica”, scrive la Procura che in modo eloquente aggiunge: “….i dipendenti hanno con il loro comportamento volontariamente e scientemente determinato il danno”, così come riportato anche nelle carte della Procura salernitana (Inchiesta ‘Aragon’ del pm Olivieri con indagini affidate al Nucleo operativo del tenente colonnello Giulio Pini).
Fonte
corriere del mezzogiorno.it
a firma di fabio postiglione