Il piano accorpamenti deciso dal management dell’azienda ospedaliera Ruggi e di fatto, dopo l’incontro di ieri a Napoli, “benedetto” dalla Regione, sta scatenando reazioni e polemiche. A far sentire la propria voce di dissenso alla Regione e al Dg del Ruggi è il segretario generale della Cisl Fp Pietro Antonacchio(nella foto).
“Non si è voluto sospendere la portata dei provvedimenti e lasciare aperto il confronto per migliorare una ipotesi di riorganizzazione che in meno di due giorni aveva trovato ulteriori margini di discussione e di miglioramento, a riprova che quello che si sta facendo non è armato da buon senso e mina profondamente il diritto alla salute dei cittadini salernitani. Per quanto ci riguarda resta invariata la mobilitazione e lo stato di agitazione e siamo in attesa di essere chiamati dal Prefetto, unico attuale garante a difesa del diritto alla salute di tutta la popolazione salernitana. La interruzione dei pubblici servizi sanitari, poco accorta poiché il processo di riprogrammazione del settore è una responsabilità in capo al governo regionale ovvero si attua attraverso un processo territoriale a partire dai bisogni della collettività di riferimento e quindi deve avere una analisi del fabbisogno assistenziale. Conoscendo l’attuale manager del Ruggi, ritengo che si stia prodigando su specifica indicazione del Presidente De Luca coadiuvato dal dr. Coscioni ,– attese le dichiarazione sugli organi di stampa apparse in data odierna – a testimonianza che politica e management aziendale, come spesso accade quello che fanno non corrisponde a quanto dichiarano. Avere una ortopedia Cava con una radiologia 12 ore e con reperibilità notturna, oltre a confliggere con il contratto di lavoro, contrasta con il buon senso e la praticità, poiché costringe i medici a rimanere in azienda per 12 ore senza alcuna retribuzione. Ma cosa altrettanto più grave è comprendere il senso, per una struttura inserita all’interno della emergenza-urgenza, di avere con laboratorio di analisi e di radiologia operante sulle 12 ore. La chiusura dei reparti di ostetricia e ginecologia contemporaneamente a Mercato San Severino e Sava ingolferà il Ruggi, poiché il problema della struttura oltre che di carenza di personale nel reparto e al pronto soccorso è strutturale ed in gap è incolmabile poiché la assenza di una rete territoriale e di quella della emergenza, causerà una grossa crisi dello stabilimento salernitano con concreto rischio per tutta la utenza che afferirà a partire dal 1 gennaio in quella sede. Spero che non accada nulla di grave ma purtroppo ipotizzo che il rischio di gravi e purtroppo fatali errori è dietro l’angolo. Mi sento di sottolineare che la responsabilità non potrà mai essere imputabile al personale sanitario medico e non, per cui sarebbe ipotizzabile una rivalsa in solido per colpa grave nei confronti del Direttore Generale e del Direttore Sanitario dell’Azienda Universitaria Ospedaliera che stanno firmando i provvedimenti. La Responsabilità politica è in capo a quanti non mantengono le parole date e stanno assistendo ad uno smantellamento del comparto sanitario del nostro territorio. Questa volta purtroppo non si può colpevolizzare un “napolicentrismo” nelle scelte, poiché come spesso accade la promessa e la riconoscenza è il sentimento della vigilia”.
Ma non tutti i sindacati la pensano come Antonacchio.Stamani, al Ruggi, Tavolo tra vertici aziendali e organizzazioni sindacali: tutti sono andati via. Eccezion fatta per la Cgil.