SALERNO
Liste d’attesa troppo lunghe nel reparto di Ginecologia del ‘Ruggi’ di Salerno ? Non c’è problema: basta passare per lo studio privato del professionista-furbacchione, pagare fino a trecento euro, e ottenere “d’ufficio” il posto letto. E, di conseguenza, l’esame o l’intervento prima degli altri.
Cominciano ad emergere le prime indiscrezioni sulla delicata indagine della Procura della Repubblica di Salerno che da qualche mese ha acceso i riflettori sulla cosiddetta ‘vendita di posti letto'( come rivelò il Corriere del Mezzogiorno).In Ginecologia, ma non solo. Il pm Elena Guarino tiene la bocca cucita e non fa trapelare nulla di una vicenda che al momento vedrebbe quattro medici indagati. Sì, quattro professionisti che secondo la tesi della magistratura ( ipotesi avvalorate da molti testimoni già ascoltati negli uffici giudiziari di via Rafastia, sia pazienti che medici)avrebbero facilitato il ricovero previo pagamento. Che, appunto, andava dai 200 ai 300 euro: costo della visita privata. Tappa obbligatoria. Ovviamente, si cerca di capire se l’acquisizione “d’ufficio del posto letto” era limitata a quei soldi o vi era la necessità di darne altri. Ma, come dicevamo, ipotesti, un ventaglio di accuse e sospetti che la dottoressa Guarino sta valutando. E non solo per il reparto d Ginecologia.
Come nasce l’indagine. E’ il 19 aprile quando la commerciante di Atrani, Palmina Casanova, viene ricoverata (per morire poco dopo) a seguito di un intervento per l’asportazione di cisti ovariche e a cui si sospetta sia stato bucato l’intestino. Quel tratto di intestino, rimosso in un secondo intervento con cui si è provato a salvare la vita la donna, è un importante reperto giudiziario che sparisce incredibilmente dopo il decesso.
Il blitz. Il 20 giugno i carabinieri del Nas, coordindati dal capitano Gianfranco Di Sario, acquisiscono registri, cartelle cliniche e altri documenti del reparto di Ostetricia e Ginecologia. Carteggi su consulenze e prestazioni lavorative fornite da personale medico che non risulta assunto dall’azienda ospedaliera.
fonte
www.corriere del mezzogiorno.it