Era l’uomo giusto al posto giusto. Sì, perché i titoli non fanno le persone. E nella vita puoi dire quello che vuoi. Ma sei quello che fai. E questo vale per Nicola Cantone che pare non guidi più l’Azienda ospedaliero-Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Sorvoleremo sui motivi. Rigorosamente. Si tratta, o tratterebbe, di implicazioni giudiziarie e, quindi, come detto, andremo oltre. Soffermandoci sui fatti. Avendo dimostrato, insieme ai due Direttori, sanitario e amministrativo, di voler lavorare. Quantomeno assumersi le responsabilità delle proprie azioni. Azioni e responsabilità, sì: non entreremo nel merito, ovviamente. Possono piacere o meno, essere condivisibili o meno. Ma ci sono state.
Non faremo l’elenco della spesa,no. Ma alcune cose vanno ricordate. Le impronte digitali, tanto discusse da chi è piccolo, sono divenute momento di esempio nazionale. Ancora, i conti, oggi, tornano. I lavori, per quello che era possibile, sono stati eseguiti in una struttura tutta da rifare. Ma da rifare sono le mentalità. Quelle dei soliti nani&ballerine, immancabili.
Si sa, i finti amici, gli adulatori sono ovunque. E forse piacciono, anzi, senza forse. Pronti a pugnalare, tradire. Ma sta nel gioco. E alcuni li scegli, altri li subisci.
Domanda: questi nani&ballerine (quante ballerine…..) dove sono ora? Eh no, i messaggini privati non fanno testo. Attendiamo comunicati stampa ufficiali. Molti ricoprono ruoli pubblici, rigorosamente regalati, e possono, devono, prendere posizione. Si vedevano sempre, sempre, a passeggiare al ‘Ruggi’. Tutti presi dalla sanità. E ora? Cantone non è più bravo? Non va più difeso? La convenienza non c’è più. La verità è che non c’è valore, non c’è etica. Servilismo che impedisce di esprimere opinioni. Senza libertà, senza palle. Senza dignità. Parlare significherebbe perdere il posticino. Avete famiglia. Miserie umane.
E poi si offendono, i nani&ballerine. Il tempo rivela le vere identità, chi sa fare e chi no. I nani&ballerine resteranno tali. E quello di Cantone non è un addio.
Paola Di Canio