“Dal punto di vista dell’opportunità è disdicevole. Poi si sa, come sono nominati i dirigenti delle Asl e che ruolo hanno. Non mi stupisco dell’assunzione dei due medici coinvolti nel processo: la situazione mi fa venire in mente i magistrati che condannarono Tortora e poi sono stati premiati. Non c’è collegamento diretto nelle vicende, lo so, ma da Radicale non posso che pensare subito alle due situazioni”. Non le manda a dire Rita Bernardini, ex parlamentare, oggi membro del Coordinamento della Presidenza del Partito Radicale, che interviene sulla notizia della stabilizzazione nell’Asl Salerno di due medici coinvolti, e condannati in primo e secondo grado, nel processo per la morte di Franco Mastrogiovanni, il maestro elementare deceduto dopo quattro giorni di calvario dal ricovero nel reparto ospedaliero psichiatrico di Vallo della Lucania. “La Legge lo consente, consente l’assunzione e non diciamo nulla.Ma l’opportunità consigliava altro”, conclude Bernardini. Dunque, la Legge consente e lo stesso Ufficio legale dell’Asl sottolinea che si tratti di “due binari diversi che seguono requisiti diversi”. Ma l’intervento dell’avvocato Caterina Mastrogiovanni, difensore delle parti civili nel processo per la morte del cugino Franco chiarisce alcuni passaggi.
“La notizia dell’assunzione a tempo indeterminato di due medici coinvolti nel processo per la morte di Franco Mastrogiovanni stride per due motivi: sono stati condannati, in primo e secondo grado, per falso in cartella clinica e soprattutto per sequestro di persona e morte conseguente al sequestro stesso. Parliamo dunque di dolo. In secondo luogo, l’Asl Salerno che li ha stabilizzati si è costituita parte civile. Mi chiedo quando apriranno l’inchiesta amministrativa sulla vicenda che potrebbe anche portare alla sospensione dal lavoro”. E aggiunge “La sentenza ha affermato il principio di colpevolezza, di responsabilità: la contenzione è stata ritenuta illegittima”. Il legale segue la vicenda con particolare attenzione sottolineando anche la battaglia fatta sulla presunta ingiusta decisione di far eseguire il Tso (trattamento sanitario obbligatorio) da parte delle autorità locali. Il tutto però fu archiviato.
Non lo è invece il processo e quanto ruota intorno al ‘caso’ che ha commosso l’intero Paese suscitando reazioni unanimi nell’apprendere della assunzione di due camici bianchi. Si tratta di Raffaele Basso e Americo Mazza entrambi in servizio presso l’Unità operativa di Salute mentale di Sant’Arsenio. Basso fu condannato in primo grado a quattro anni:in appello, la pena è stata ridotta a due anni. Mazza, in primo grado fu condannato a tre anni rimodulata ad un anno e dieci mesi.
“Ho appreso la notizia dal giornale, non lo sapevo: sono perplessa. E mi chiedo dov’è la punizione! Sa, io posso capire l’errore medico, quindi umano. Non capisco, invece, l’indifferenza, la cattiveria, la tortura gratuite contro un essere umano. Ora questi medici continueranno a ‘curare’ altri pazienti del reparto psichiatrico di Vallo della Lucania”. Facendo forza su se stessa, ancora una volta, Caterina Mastrogiovanni, sorella di Franco, dice. “Vorrei lanciare un appello al Direttore generale dell’Asl Salerno. Il nuovo reparto di psichiatria di Vallo della Lucania deve essere un luogo di cura dove si lavora con umanità e professionalità. In quel luogo andranno i medici che condannati per la morte di mio fratello: io non devo aggiungere altro. Il manager sa quello che fa. A noi quello che interessa è la condanna data dalla società civile e le coscienze smosse”.
In prima linea a seguire la vicenda anche i Radicali di Salerno con il segretario Donato Salzano che chiosa: “Non sono per niente meravigliato. Vi è una banalità del male e in questo caso una banalità burocratica del male. Ci attiveremo anche a livello nazionale affinchè si chiarisca la vicenda”.
Ma chi era Franco Mastrogiovanni?Aveva 58 anni e faceva il maestro elementare. A fine luglio del 2009 è in ferie a Pollica. I vigili raccontanto di un uomo che percorre le strade ad alta velocità e intona canzoni anarchiche. Si cerca di bloccarlo ma lui si rifugia in acqua dove resta due ore. Preso, viene portato in ospedale.
fonte
corriere del mezzogiorno (oggi in edicola)
Rosa Coppola