Muore un infermiere. Aveva appena 50 anni. Era dipendente dell’Asl Salerno e amava il suo lavoro. Una perdita improvvisa, un infarto. Un accadimento che ha fatto scattare il campanello d’allarme in Biagio Tomasco, infermiere, collega del 50enne, e sindacalista del Nursind. Un lungo e sentito comunicato, inviato ai commissari straordinari, Iervolino e D’Amato, per una richiesta urgente: eseguire una valutazione lavoro stress correlato.
Di seguito, la richiesta integrale: ” Stamattina abbiamo avuto la perdita di un lavoratore, un collega, un caro amico, ma soprattutto un uomo che aveva la responsabilità di accudire la sua famiglia. Lo hanno trovato morto dopo l’ennesimo turno di lavoro, sul divano di casa, non ha avuto nemmeno la forza e il tempo di andare a riposare nel suo letto. Tutto questo è umanamente inaccettabile e grida vendetta al cielo. Non voglio fare polemiche sterili o pretestuose ma elencare un fatto: nell’ultimo mese nell’ospedale di Vallo della Lucania, ospedale dove lavorava il nostro amico, si sono verificati 5, dico 5, casi d’infarto che purtroppo
sono culminati nell’episodio di oggi. Cosa è stato fatto e cosa si vuol fare per capire cosa stia succedendo?
Bene, ora ve lo diciamo noi cosa sta accadendo:
- Organici non adeguati al volume di prestazioni che vengono erogati,
Continuo ricorso al lavoro straordinario, finanche programmato, cosa espressamente vietata dalle
norme vigenti;
Continuo violare delle disposizioni impartite dal D.Lgs. 161/2014, ovvero le 11 ore di riposo garantito
tra un turno e l’altro;
Continuo ricorso ad ordini di servizio da parte di dirigenti che pensano unicamente a tappare buchi e
non ad organizzare il lavoro - Continuo ricorso al posto letto aggiunto o posto barella, senza che gli organici vengano dimensionati
alla bisogna;
Mancata rilevazione dello stress da lavoro correlato su tutto il territorio aziendale come da disposizioni
di Legge. - Magari a qualcuno tutto questo sembrerà irrilevante, ebbene a quel qualcuno diciamo di venire a vedere, a
toccare con mano lo stato in cui versa l’assistenza sanitaria, che certamente non è nemmeno lontanamente
parente di quella sanità svedese che qualcuno ama tanto sbandierare. Intanto chi muore, è chi lavora !!!
Pertanto, in forza di quanto suesposto, siamo a richiederVi, ognuno per le proprie competenze:
L’elenco del personale in servizio al 31.12.2018 suddiviso per ruolo, categoria e livello avendo cura
di garantirne la privacy ai sensi delle norme vigenti;
I volumi di attività di lavoro straordinario erogati per singolo macrocentro e U.O.; Riscontri sul mancato godimento delle 11 ore di riposo consecutivo previsto dalla 161/2014;
Riscontro su tutti gli ordini di servizio emessi nei vari macrocentri ed aderenza alle caratteristiche di
emergenza;
Riscontro sugli accessi dei singoli PS e contestuali ricoveri effettuati in sovrannumero nelle varie
Unita’ e motivazione della mancata attivazione dello STI in caso di sovraffollamento;
Elenco di tutto il personale funzionalmente impiegato in funzioni o mansioni non proprie del profilo
professionale di appartenenza;
Riscontro sulla valutazione dello stress da lavoro correlato effettuato negli ultimi 10 anni, e riscontro
delle riunioni periodiche previste dall’art. 35 del TU 81/2008 e s.m.i.;
Riscontro del Documento di Valutazione del Rischio Aziendale.
Vogliamo ricordare che per la valutazione del rischio da stress lavoro correlato, la Commissione Consultiva Permanente si era espressa, attraverso la circolare del 18 Novembre 2010, in merito alle tempistiche da rispettare, imponendo tra gli altri, l’obbligo per i datori di lavoro di ripetere la valutazione con una frequenza non inferiore ai tre anni, salvo che gli esisti delle valutazioni pregresse non indichino situazioni di disagio che inducano ad adottare provvedimenti più restrittivi e tempistiche più ravvicinate. Vogliamo sapere, e con immediatezza, se tanto sia stato rispettato.
Lo dovete al nostro collega che non c’è più”, conclude la lettera.