Salerno
“Vendita di posti letto” in due reparti dell’Azienda ospedaliero universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno in cambio di soldi e regalie varie: la magistratura apre un’inchiesta. Sulla quale, vista la delicatezza e l’importanza, vige il più stretto riserbo.Le bocche restano ben cucite. Nulla trapela su una indagine che, presto, potrebbe anche registrare importanti provvedimenti. E per i corridoi dell’ospedale le voci non mancano.Inquietanti e amare.
Il sostituto procuratore Elena Guarino ha acceso i riflettori sulla cosiddetta “vendita di posti letto” per avere un ricovero veloce, al fine di essere operati e saltare le liste d’attesa, ma anche più semplicemente per eseguire un Day Hospital o esami clinici.
Il metodo e i protagonisti. La cabina di regia sarebbe composta da personale medico e infermieristico che avrebbe creato un vero e proprio ‘sistema’ capace, dietro compenso o regalie varie, di dimezzare tempi, attese, e avere un posto letto, spesso un vero e proprio miraggio.Che impone trasferimenti.
Diversi i percorsi utilizzati per avere un letto senza destare sospetti.
Il ricovero era possibile grazie al passaggio in pronto soccorso. Uno dei medici di guardia in emergenza, in forza a uno dei due reparti finiti nel mirino della magistratura, d’accordo col paziente lo visitava personalmente riscontrando quella patologia tale da imporre il ricovero.
Ancora. Bastava essere “amico” di uno dei membri del ‘ sistema‘per avere una corsia preferenziale grazie alla diritta interna che informava del posto libero. Il medico o l’infermiere faceva il resto. Questo valeva sia per essere operati che per essere sottoposti a esami o Day Hospital.
Una brutta pagina sulla quale la magistratura e i carabinieri del Nas (guidati dal capitano Gianfranco Di Sario) stanno lavorando nella massima riservatezza per accertare eventuali responsabilità. Anche se c’è chi giura che qualcosa presto potrebbe accadere. L’indagine infatti pare sia iniziata, senza destare sospetti ne’ attirare attenzione, da tempo. E sarebbe in dirittura d’arrivo.
Una indagine che riporta alla mente quella delle presunte mazzette, in neurochirurgia, per dribblare le liste d’attesa ed essere operarti prima.
Nel caso specifico invece si parla della corsa ad avere il sospirato “posto letto” ed evitare attese o peggio trasferimenti in altri ospedali.
L’attenzione dei vertici però resta alta. È solo della settimana scorsa la notizia della inchiesta su due anestesisti furbacchioni pizzicati a lavorare in una clinica privata pugliese senza autorizzazione alcuna. Appresa la notizia, il commissario straordinario Nicola Cantone, ha denunciato tutto alla Procura – che ha aperto una inchiesta ipotizzando truffa e falso- e dal canto suo avviato una indagine interna che potrebbe portare al licenziamento dei due. Prima ancora, altro pugno duro anche per il primario che ha consentito ad un collega in pensione di presenziare ad un intervento in sala operatoria. Senza limitarsi a guardare. Ma intervenendo. Il primario fu sospeso. Per le liste d’attesa, invece, si è puntato sul sistema informatizzato ed evitare i furbetti.
fonte
corriere del mezzogiorno (oggi in edicola)
Rosa Coppola