“Mettiamo in tavola la dieta mediterranea”, chef e medici insieme per promuovere la corretta alimentazione

in UNISA

Al via il secondo corso del progetto della Scuola di cucina: “Mettiamo in tavola la dieta mediterranea” ideato dal Dottor Giuseppe Iagulli e patrocinato dall’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Salerno. Il progetto prevede un’originale collaborazione tra chef e medici. I primi per insegnare a preparare le pietanze con gli alimenti della dieta mediterranea, i secondi per promuovere il valore nutrizionale degli stessi al fine di una sana alimentazione per qualità e quantità.

Si passa, quindi, dalla informazione e dalle parole dei convegni, alla “educazione alla corretta alimentazione” attraverso la preparazione in cucina dei piatti tipici, onde consentire ai partecipanti di:

Sapere = conoscere prodotti e valore della dieta mediterranea

Saper fare = cucinare e preparare piatti gustosi, salutari ed economici

Saper essere = assumere un corretto stile di vita alimentare per qualità e quantità.

Il corso prevede dieci lezioni teorico-pratiche con degustazione finale.

Gli iscritti affiancheranno lo chef prof. Clemente Gaeta, segretario dell’associazione cuochi salernitani, nella preparazione dei singoli piatti, le cui caratteristiche nutrizionali e organolettiche saranno illustrate in diretta dal gastroenterologo, primario emerito dottor Guido De Filippo. Coordinerà gli incontri Giuseppe Iagulli, responsabile del progetto “ Informare ed educare i cittadini alla salute “ dell’ASL Salerno.

Le lezioni avranno cadenza quindicinale, il Venerdì alle ore 19.30 presso il “Ristorante Sociale ELPIS” sito a San Leonardo in via Fresa n.1, gestito dall’Associazione “ l’Abbraccio “ Onlus che sensibile alle iniziative di carattere sociale ha inteso fornire la soluzione logistica ed organizzativa al progetto. La frequenza prevede un’aula con non più di venti partecipanti. Avendo l’iniziativa riscosso un clamoroso successo, al primo corso è stato necessario aggiungerne un secondo ed ora si pensa a un terzo per consentire a chi non ha potuto partecipare alle prime edizioni di prendere parte a questa singolare iniziativa.

Le ragioni del corso. Il 16 novembre 2010, a Nairobi, in Kenia, il comitato esecutivo della Convenzione UNESCO ha iscritto la «dieta mediterranea» nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, perché ha considerato la dieta mediterranea come un «insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, tra cui la coltivazione, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. Essa rappresenta dunque non solo uno stile di alimentazione, ma una forma di promozione dell’interazione sociale, realizzata attraverso consuetudini sociali ed eventi festivi, che è riuscita a dare alla luce un formidabile corpo di conoscenze, canzoni, proverbi, racconti e leggende».

La dieta mediterranea rappresenta un valido regime nutrizionale, scientificamente riconosciuto ed è particolarmente ricca di cereali, legumi, verdure e frutta, con un limitato apporto di carne, pesce e formaggi. Nelle comunità cilentane, luoghi di studio della dieta mediterranea, questi alimenti letteralmente “nuotavano” nell’olio di oliva e venivano preparati in maniera semplice tale da preservare il valore nutritivo degli stessi.

Fu Ancel Keys, fisiologo americano, ha scoprire per primo la salubrità di questa dieta, povera in grassi saturi e alimenti di origine animale e ricca in grassi insaturi derivanti pressoché esclusivamente dall’olio di oliva. Questo regime alimentare ha origini assai antiche e risale all’epoca della antica Grecia quando, nel 400 a.c., si diffuse un tipo di alimentazione basato essenzialmente sulla triade alimentare «pane- olio-vino» che raggiunse le regioni italiche del sud lasciando indifferenti le regioni del nord, la cui alimentazione era caratterizzata dall’uso di polente al posto del pane, da carne e grassi animali, soprattutto di maiale, invece dell’olio di oliva e della birra invece del vino.

La bassa assunzione della carne e dei prodotti caseari, e al contrario il largo consumo di verdure, frutta e carboidrati assieme a grassi di origine vegetale sono dunque la ragione del riscontro di bassi livelli di colesterolo e di coronaropatie nei soggetti dediti a tale regime alimentare. Tanto hanno dimostrato gli studi di Ancel Keys che, nel 2004, lo Stato italiano ha insignito della Medaglia d’argento al merito della sanità pubblica

Il riconoscimento dell’UNESCO e, in maniera ancora più pressante, l’art. 5 del codice di deontologia medica ci impone, come medici, di porre in essere iniziative a sostegno della diffusione e della promozione di uno stile alimentare ormai considerato strumento di tutela della salute. Inoltre si ribadisce che la dieta mediterranea (dal greco diaita, stile di vita) non è soltanto un insieme di prodotti, un tipo di alimentazione, una «gastronomia» ma, uno stile di vita – un modello di sviluppo sostenibile unico al mondo, basato sul concepire l’alimentazione come un rito conviviale e collettivo, che si tramanda di generazione in generazione, che supera le divisione sociali, religiose, etniche, riunendo intorno ad un stesso tavolo culture e lingue diverse.

Per info e iscrizione telefonare alla segreteria organizzativa presso “l’Abbraccio” onlus tel. 089/301519.

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