Ha chiesto di visionare alcune cartelle cliniche e, nel contempo, ha depositato una memoria con la quale spiega la propria posizione. Così, Luciano Brigante, ex Direttore dell’Unità neurochirurgica dell’ azienda ospedaliero universitaria ‘San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona’ di Salerno è stato ascoltato dalla commissione disciplinare in seno all’inchiesta giudiziaria che lo vede presunto destinatario di mazzette per dribblare le liste d’attesa. Per il Riesame resta ai domiciliari mentre l’Azienda, dal canto suo, cerca di capire.
Intanto, si evolvono i filoni giudiziari che hanno coinvolto e travolto il ‘Ruggi’. A tal proposito, il procuratore capo della Procura salernitana, Corrado Lembo, intervendo ad una Tavola rotonda sul tema ‘Diritto e sanità’ , tenutasi ieri all’Università degli Studi di Salerno, parlando dell’inchiesta ‘fannullopoli’ ha detto: ” Inizialmente abbiamo assistito alla diffusione di un fenomeno grave, all’assoluta insensibilità di quelli che sono i doveri di un funzionario; dopo l’intervento della magistratura, devo dire, che non è e non sarà come vedrete un intervento isolato, vi è stato un effetto non dico virtuoso ma il ritorno alla normalità. E’ un dato confortante. Dobbiamo dare segnali forti, necessari a volte”, e aggiunge: “Chi controlla i controllori, avevo coniato quando ero a Santa Maria Capua Vetere. A volte si sentono avulsi dagli stessi controlli”.
Il presidente dell’Ordine dei Medici, Bruno Ravera, anch’egli relatore ha chiosato: “Non difendiamo l’indifendibile ma diciamo no al clima di sospetto. Il Ruggi conta professionisti bravi e preparati”.